Tecnica – BDC freni a disco si o no? La mia esperienza personale

Io vengo dalla Mountain bike, quindi per me il sistema frenante per definizione è idraulico a disco.

Fino a tre anni fa, pure io, possedevo una bici da strada con sistema frenante tradizionale a pattini, in commercio esistevano solo quelle.

Mi chiesi, allora, quanto tempo sarebbe passato prima di vedere un sistema frenante idraulico su di una bici da strada.

Ne parlavo ancora prima che uscissero e molti miei amici, così come me, se la immaginavano. Alcuni asserivano che sarebbe stata brutta e che con i freni a disco sarebbe stato più pericoloso a causa delle ruote fine e dalla eventuale scarsa modulabilità di frenata. 

Io invece ho sempre pensato che l'evoluzione della bici da corsa dovesse passare proprio dai freni a disco.

A dire il vero negli ultimi anni la bici da corsa ha subito un evoluzione incredibile.

Si è passati definitivamente ai telai in carbonio, poi alle ruote in carbonio, poi al cambio elettronico sia a fili e poi wireless per poi raggiungere i freni a disco.

Tutte queste migliorie hanno portato a modificare lo stile di guida, a spingere il limite un pochino più avanti.

Mentre i telai e le ruote in carbonio nascono per migliorare le performance in salita, grazie ai pesi contenuti che si sono raggiunti, il cambio elettronico ha contribuito a ridurre al minimo i salti di catena durante i cambi di ritmo o le volate, ovvero nelle fasi più concitate di corsa.

I freni a disco invece hanno completamente modificato l'approccio alle discese, riducendo di molto gli spazi ed i tempi di frenata e garantendo efficienza in ogni condizione ambientale.

So per certo, confrontandomi con amici  e conoscenti, che i detrattori sono molti. Le obiezioni a questo sistema frenante sono fondamentalmente 3 :

- è solo marketing

- le bici sono brutte

- pesano troppo

A prescindere che ognuno ha le proprie idee e vanno rispettate, mi sento però di dare dei dati a smentire almeno due delle motivazioni sopra indicate.

E' solo marketing.

Tutto quello che "ruota" intorno al mondo bike è spinto dal marketing, ogni evoluzione tecnica viene pensata e studiata per aumentare il profitto delle aziende costruttrici di bici, ed ovviamente non c'è nulla di strano, accade in tutti i settori.

Le bici sono brutte.

Qui si va sul personale. Ognuno ha i propri gusti estetici ovviamente e non li discuto. Però credo non si possa dire che la bici qui sotto sia brutta.

Pesano troppo.

Io possiedo, com'è facile da  intuire, una Bianchi Infinito Disc Ultegra Di2. Io oltre ai dischi ci ho voluto aggiungere pure il peso dei motorini dei deragliatori e della batteria.

La bici pesa 7,4kg. Se monto le ruote in carbonio arrivo a poco più di 7kg. 

Noi amatori sappiamo benissimo che a livello professionistico le bici non possono pesare meno di 6.8kg. E' altresì vero che per noi pedalatori della domenica il controllo sul peso della bici non viene fatto. Oltretutto molti di noi, me compreso,  non abbiamo una percentuale di massa grassa dal 6% al 13% come può avere un atleta elite, ma spesso siamo tra il 14% ed il 17% se non anche oltre. 

A questo punto penso che il peso della bici sia alquanto relativo. 

Considerazioni personali

Come detto all'inizio io forse, provenendo dal mondo della MTB, sono leggermente di parte. Però ci tengo a riportare la mia personale esperienza.

I freni a disco sono ottimi sul bagnato. Verissimo, ma è anche vero che noi amatori difficilmente usciamo se piove. Può capitare di prendere pioggia lungo il percorso che sia un allenamento, un escursione o una gara. Quest'anno ho preso pioggia e grandine sul passo Rolle alla Sportful. I freni a disco in discesa verso San Martino di Castrozza mi hanno dato grande sicurezza ad ogni tornante. Per me che sono ciclisticamente pesante non dover mettere estrema energia sulle leve nella speranza di frenare è importante. Per chi è più leggero probabilmente la differenza tra un sistema e l'altro non è così evidente.

Per una persona di "peso" come me affrontare lunghe discese, tipo dal passo Manghen, e porre una leggera pressione sulle leve per rallentare ed impostare correttamente le curve è molto vantaggioso. Con i freni tradizionali iniziavo a frenare molto prima, dovevo imprimere molta forza, non sempre riuscivo ad impostare bene le curve, a volte arrivavo troppo lungo. E al termine di una lunga discesa avere gli avambracci indolenziti e le dita atrofizzate non è il massimo, anche perché si vanno a consumare energie fisiche e mentali inutilmente.

Con i freni a disco mi riesce tutto molto semplice. 

Con i freni a pattino su pista frenante si incorre nel rischio di surriscaldare il cerchio e di danneggiare il copertone o peggio far esplodere la camera d'aria, con conseguenze, a volte, anche dolorose.

Ma non è proprio tutto oro quello che luccica, ci sono dei pro e dei contro in entrambi i sistemi frenanti.

Nei sistemi idraulici le pastiglie non durano molto, o quanto meno non hanno la durata che possono avere i pattini. Questo implica una maggiore spesa per la manutenzione.

Anche il disco stesso è soggetto ad usura e a brasatura. Se lo spessore del disco scende al di sotto dei 1.5mm bisogna cambiarli. Se subiscono uno shock termico elevato si rischia di rompere il disco con tutte le conseguenze del caso. 

Per me, per mia esperienza personale, i freni a disco sono il presente ma sopratutto il futuro. Donano grande sicurezza in frenata e ci si stanca meno a percorre lunghe discese.

Permettono di impostare le curve molto bene e di ridurre lo spazio di frenata. Con il bagnato garantiscono un ottima frenata. Per contro la manutenzione e la durata dei ricambi sono costose e molto frequenti rispetto ai freni tradizionali.


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