Premessa
08/09-10-2022 Cantù.
Eccomi qui a raccontare l'ultima esperienza di corsa per quest'anno. Quando Mirko, amico e compagno di squadra, mi ha lanciato l'idea di parteciparvi non ci ho pensato su molto.
Una gara che non avevo mai fatto. Una gara prestigiosa su delle strade conosciute in tutto il mondo grazie alla grande classica del ciclismo professionistico "IL LOMBARDIA".
Il sabato 8-10-2022 si correva appunto la gara dei professionisti e quindi abbiamo optato per partire il sabato, guardare parte della gara dal vivo e poi la domenica scatenarci sulle strade della GranFondo.
Il pre gara
Come ho scritto prima, Mirko lancia l'idea, io, Dario e Gianni accogliamo la proposta e ci iscriviamo. Visto il periodo dell'anno ho atteso fino all'ultimo per iscrivermi. Le previsioni a lungo termine promettevano di correre in una bella giornata d'Autunno.
Ma il meteo lo vedremo dopo, ora parliamo del pre gara.
Il sabato 08-10-2022 si corre "IL LOMBARDIA" o classica delle foglie morte giunta alla sua 116esima edizione che vede protagonisti i soliti noti, come Pogacar e compagni e vede l'addio al ciclismo professionistico sia di V. Nibali che di A. Valverde.
Alle 9.00 ci troviamo ad Oderzo (TV) e carichiamo armi e bagagli sul furgone che Mirko, sempre preciso e puntuale nell'organizzazione, ha noleggiato per l'occasione. Ringrazio già il team @BiketeamFontanelle per il grande supporto datoci per questa trasferta lombarda.
Arriviamo a Como per le 13.30 circa. A fatica troviamo dove ritirare il pacco gara e la verifica delle tessere . La logistica, ovvero nel villaggio della gara dei professionisti, è molto bella ma nella pratica una gran confusione. Non si trova parcheggio, non si trova dove ritirare il materiale per la gara, insomma mal pensata a mio avviso.
Riprendiamo il nostro viaggio verso l'agriturismo dove avevamo prenotato per la notte. La giornata è bella ed è caldo, quindi dopo un breve, fugace e costosissimo pranzo ci cambiamo ed in bici andiamo sul San Fermo della Battaglia a Como per veder passare i professionisti.
Io, Mirko, Gianni e Dario sul S. Fermo della Battaglia
Abbiamo scelto questo luogo per vederli passare due volte.
Tadej Pogacar che ha vinto poi la gara
Vincenzo Nibali alla sua ultima gara da professionista
Mikel Landa che ci prova sempre ma...
E' sempre una grande emozione vedere passare i corridori professionisti, sentire il tifo sulle strade e le carovane delle ammiraglie. Non ultimo gli elicotteri di ripresa TV.
Al primo giro passa la UAE in gran completo in testa ad un gruppo di circa una trentina di corridori. Ovviamente hanno fatto selezione per il loro capitano Pogacar. Al secondo passaggio invece, dopo aver scalato il Civiglio, passano al San Fermo per primi tre atleti. Nell'ordine Pogacar, Mas e Landa. Dopo il loro passaggio tra i tifosi si sentono pronostici di varia natura.
Guardiamo al telefono il finale di corsa che porta per il secondo anno di fila Pogacar a vincere la classica delle foglie morte.
Torniamo cosi, prima che faccia troppo buio, al nostro alloggio. Dopo una rinfrescata veloce ed una cena al ristorante dell'agriturismo andiamo a coricarci in vista del nostro "ILombardia".
Parliamo ora del meteo. E' oltre un mese che non azzeccano le previsioni del tempo. Quando è prevista pioggia alla fine non piove mai. Questa situazione mi ha messo di buon umore. Questa volta invece ci azzeccano!!!
Sabato Sole, Domenica pioggia e Lunedi Sole!! Che fortuna!!
Ci alziamo e fuori piove, poi smette e carichiamo tutto il necessario in furgone. Arriviamo a Cantù in perfetto orario. Ci prepariamo per andare in griglia di partenza. Pioviggina.
Entriamo in griglia ed inizia a piovere abbondantemente.
GF Lombardia 109km e 2000m D+ (1700m?)
Ore 7.30 lo speaker da il via alle ostilità. Dario parte davanti , nemmeno lui sa il perché del suo numero di pettorale basso. Io, Mirko e Gianni partiamo tra gli ultimi.
Dopo pochi km perdo di vista sia Gianni che Mirko. Certo il fatto di vestire delle mantelline che coprono la divisa rende difficile identificarli in mezzo al gruppone.
Già sapevo che, imprevisti a parte, i miei compagni di viaggio mi avrebbero aspettato al traguardo. Ma contro ogni pronostico non mi hanno aspettato molto.
Date le prestazioni delle ultime gare disputate mi ero immaginato, visto anche le strade bagnate, di impiegare circa 5h per percorrere i 109km e 2000m D+ che prevede il percorso (dichiarati 1700m D+, boh).
Invece con un buon crono di 4h18' sono arrivato al traguardo, consapevole che in alcuni tratti di corsa, se avessi avuto dei compagni di gruppo un pochino più volenterosi, avrei potuto fare meglio.
Ma veniamo alla gara.
La partenza è "pericolosa" tra rotonde, spartitraffico, pozze d'acqua la paura di cadere fa capolino. Poi fuori Cantù la strada si allarga ed è libera da impedimenti. Un sali e scendi continuo con molte discese su strada larga ma soprattutto chiusa al traffico, permette di tenere buone velocità in discesa ed in sicurezza.
In poco tempo raggiungiamo la salita che porta a Sormano, dove al termine del paese inizia il "MURO" che porta alla colma.
La prima parte di salita è pedalabile, a volte è irta ma comunque si lascia pedalare anche con una buona cadenza.
Superato l'abitato di Sormano la strada si biforca. A sinistra si gira per prendere il "MURO" mentre se si prosegue dritti si percorre la Chikenline, più lunga e quindi meno pendente.
Le chiacchere fatte la sera prima e la mattina con i miei compagni mi avevano intimorito sul fare il "MURO" con strada bagnata. Nelle mia testa questo pensiero : Diego sei al Lombardia e se non fai il "MURO" cosa ci sei venuto a fare?
Ovviamente giro a sinistra e dopo una breve discesa inizia la salita. La velocità cala, l'umidità al 100% gli occhiali appannati. Praticamente non vedo nulla, solo sagome e se abbasso lo sguardo vedo i numeri dell'altimetria che scorrono sotto le mie ruote.
Salgo bene, senza strafare e con regolarità. Molti mettono il piede a terra ma io riesco a pedalare senza troppa difficoltà. Leggerò poi alla fine che ho sviluppato 300W medi e 422W massimi. Impiego 16' a compiere il percorso. Potevo fare meglio? Sicuramente si, ma dopo la colma dovevi essere lucido per affrontare la lunga discesa bagnata e gli altri 70km che mancavano al traguardo con la Madonna del Ghisallo ancora da scalare.
Dopo la colma trovo il primo dei due ristori, rallento per la presenza di molti ciclisti fermi in mezzo alla strada, mangio una barretta ed inizio la discesa pian pianino. Vengo superato dall'auto di fine gara. Da quel momento le strade sono aperte, troppo aperte per miei gusti. Un evento che richiama atleti da 48 paesi al mondo non credo possa permettersi di gestire la sicurezza degli atleti in questo modo. Ovvero nessuna sicurezza. Ergo ci si trova come a correre ogni domenica in mezzo al traffico senza alcun tipo di supporto o quanto meno minimo. Se sapevo che andava così avrei lasciato montato sulla bici il Varia radar. Visto il clima buio avevo però il faretto anteriore, almeno quello, in modalità lampeggiante, mi ha permesso di rendermi visibile alle auto.
La discesa finisce a Nesso da dove inizia un tratto lungo il lago di Como. Le nuvole sono talmente basse che non si vede praticamente nulla. In questo tratto di strada, tra sali e scendi, sono riuscito insieme ad un esiguo gruppetto a fare delle buone velocità fino a Regatola da dove inizia la salita al Civenna e poi alla Madonna del Ghisallo.
E' una salita vera, pedalabile ma impegnativa. Siamo un gruppo folto. Con buon ritmo riesco a superare diversi atleti ed altrettanti, molto più scalatori di me, mi superano agevolmente. Insomma una salita che rimescola le posizioni continuamente. A Civenna una leggera discesa che porta a compiere l'ultimo strappo al Ghisallo.
La discesa successiva è meno ripida della precedente. In alcuni tratti riesco a tirare il 52x11 e fare una buona velocità. Strada bagnatissima ma senza ostacoli, curve dolci, si riesce a fare una buona velocità.
Al termine della discesa iniziano i problemi, quelli veri di strade aperte e traffico.
Da Erba fino a Cantù un calvario. Pioggia battente, strade piene di auto. Semafori, rotonde, stop, dare precedenza. Un incubo.
C'erano gli addetti a fermare le auto al passaggio dei ciclisti, ma anche loro, poverini, tutto il giorno sotto la pioggia sicuramente ne avevano le scatole piene.
Dopo un continuo sali e scendi con un piccolo gruppetto, dove come al solito capita a me di tirare, arriviamo a Cantù. Svolta a sinistra e salita finale fino alla piazza del paese.
Superato il traguardo mi aspetto di trovare il classico ristoro. Invece il nulla. Mi riprendo un attimo dall'ultima salita fatta a tutta e poi scendo verso il parcheggio dove, sicuramente, avrei trovato i miei compagni di squadra già lavati e cambiati.
Raggiungo quindi Dario, Gianni e Mirko e ci confrontiamo sull'avventura appena finita. Dario e Mirko, velocissimi concludono la gara in meno di 4h, mentre io Gianni andiamo leggermente lunghi, io 4h18'.
Dopo due parole sotto la pioggia, mi riprendo, mi asciugo, mi cambio e consultiamo la classifica. Ci accorgiamo che Dario è giunto terzo della sua categoria.
Decidiamo quindi di andare al pasta party ed attendere cosi le premiazioni. Un pasta party povero. Un contenitore di carta con forse 80gr di pasta al pesto, una crostatina immangiabile, una mela ed una bottiglia d'acqua. Considerando che non ho visto il ristoro finale direi ben poca cosa.
Ma il culmine della scarsa organizzazione, anche rispetto ad eventi anche di minor blasone, lo vediamo alle premiazioni.
Premiati solo i primi di categoria oltre ai primi 3 assoluti. Cose mai viste prima.
Quindi Dario niente premio, ma ci avremmo pensato dopo a premiarlo.
Delusi da tutta questa situazione, strade pericolose, pasta party tristissimo e premiazioni tirchie, saliamo sul furgone e rientriamo verso casa, dove una lavastoviglie arrivata il sabato mi attendeva per essere installata.
Ci fermiamo in autogrill per consumare un pasto completo e premiare degnamente Dario per la sua impresa, con una miss d'eccezione.
Conclusioni
La GranFondo Lombardia è un evento che si abbina alla classica delle foglie morte "IL LOMBARDIA" che si corre il sabato. Il clima è quelle dei grandi eventi. Ci sono atleti che provengono da 48 paesi nel mondo. Al via sembra veramente di essere in un evento straordinario ma che strada facendo si trasforma in una gara pericolosa.
L'idea di pedalare sulle salite mito del ciclismo d è veramente affascinante.
Andrebbero curati meglio quei quattro dettagli elencati in precedenza ovvero sicurezza con le strade aperte, ristoro all'arrivo, pasta party un po' più ricco e premiazioni almeno fino al terzo di ogni categoria.
Il weekend è stato divertente, con Dario, Gianni e Mirko mi sono divertito molto. La mia prestazione è andata meglio del previsto e quindi mi porto dentro un bellissimo ricordo nonostante il meteo inclemente.