Premessa
Oggi voglio parlare dell'allenamento basato sulle evidenze scientifiche o su Evidence Based (EB).
Allenare con questa "nuova" metodologia non è affatto semplice, anzi è molto più difficile, soprattutto per un allenatore poco abituato e utilizzare la scienza.
Ma cosa vuol dire allenare con EB?
Allenare con EB indica la programmazione e lo studio dell'allenamento basato sulle evidenze scientifiche.
Questo significa utilizzare le ricerche scientifiche e un approccio metanalitico per gli allenamenti degli atleti.
Metodologie che si basano su dati reali di studi reali, con risultati certi ed allenamenti svolti con protocolli scientifici.
Allenare con questa metodologia risulta essere molto più difficile rispetto al modo in cui si è abituati, ovvero per tentativi o perché è sempre stato fatto così.
Esistono numerose pubblicazioni su aspetti importanti e fondamentali collegati all'allenamento.
Una cosa fondamentale da capire è che tutti gli atleti non sono uguali e quindi gli allenamenti non sono uguali per tutti.
L'approccio scientifico dell'allenamento richiede l'apporto di diverse figure professionali. I tuttologi non possono sostituirsi all'insieme dei contributi che ogni singola professionalità può dare, nel proprio ambito, per costruire un insieme di conoscenza adatta a gestire tutte le fasi della preparazione.
Non voglio affrontare la preparazione atletica nei professionisti, ma voglio prendere ad esempio una giornata tipo di un amatore e cercare di analizzare quante figure professionali ci vorrebbero per trarre dal loro fisico la migliore prestazione.
Giornata tipo - Ciclista amatore
Suona la sveglia e ci si alza dopo una notte di riposo e rigenerazione.
Sarebbe opportuno sapere se il riposo ha portato i suoi frutti e quindi se il nostro organismo è in piena forma per affrontare la giornata.
(la scienza ci spiega ed indica il modo per poterlo sapere)
La colazione è uno dei pasti più importanti della giornata e qualcuno o non la fa oppure si nutre in modo inadeguato.
Mangiamo in modo da dare il giusto apporto di macro e micronutrienti al nostro organismo? Ti lascio con questo dubbio ....
Si esce di corsa da casa e ci si reca al lavoro. Affrontiamo la giornata con numerosi problemi da risolvere o comunque molto lavoro da fare.
Siamo sotto pressione per consegnare delle commesse oppure abbiamo il capo che ci assilla. Insomma otto ore di stress o forse anche qualche ora di più.
Questo stress aumenta il cortisolo nel sangue, antagonista del testosterone, che come sappiamo è l'ormone della prestazione fisica per eccellenza.
Siamo così presi dal lavoro che, nelle pause, beviamo solo un caffè o peggio ci mangiamo pure una brioche "confezionata" delle macchinette.
Andiamo a pranzo al bar, in mensa o anche a casa e consumiamo pasti veloci, poco nutrienti o peggio poco salutari.
Sei sicuro di non mangiare cibi con un elevato carico glicemico? Che sarà mai sto carico glicemico?
Il carico glicemico è la somma dei cibi che ingeriamo e che aumenta la glicemia nel sangue e fornisce un alto carico insulinico per riequilibrare la glicemia. Con tutti i rischi di ammalarsi… primo rischio tra tutti il diabete e poi l'obesità.
Rientriamo al lavoro dalla pausa pranzo e ci prendiamo un'altra buona dose di cortisolo (distress). Il lavoro ci assorbe completamente, le ore passano e non troviamo il tempo per lo spuntino del pomeriggio.
Rientriamo a casa dal lavoro, apriamo il frigo o la dispensa, mandiamo giù la prima cosa che troviamo e partiamo per il nostro allenamento. Tutto questo senza rispettare minimamente i corretti tempi di assunzione e digestione degli alimenti.
Siamo mentalmente stanchi, pedaliamo per scaricare il nervoso della giornata. Facciamo tabelle prese su internet o da qualche libro. Ma la testa è altrove e non riusciamo ad allenarci bene. Rientriamo a casa e ci troviamo di fronte ad altri problemi, collegati alla famiglia o altro. Prepariamo la cena ed è sicuramente tardi, verso le 20.30. Oppure prendiamo una pizza perché non abbiamo voglia di cucinare. Una pizza sono circa 700/1000kcal. Stanchi andiamo a letto, e con ancora la pizza nella pancia fatichiamo a dormire.
Credo di Aver riassunto Quello che Accade un po' a tutti. Accadeva anche a me in passato.
Vita un po' sregolata, alimentazione caotica e scorretta, poca concentrazione e tabelle di allenamento non specifiche.
Questo si riassume in poca energia, difese immunitarie basse, poca concentrazione, poca determinazione, allenamenti senza alcun fine.
Non sapremo mai a che punto siamo, se ci stiamo allenando bene o se ci stiamo deallenando. Non sappiamo se il nostro organismo è predisposto o meno a carichi di lavoro. Rischiando così di andare in sovrallenamento, ovvero il male più diffuso tra gli amatori.
Di cosa abbiamo bisogno quindi per poter ottenere il massimo dal nostro fisico?
Per prima cosa un trainer che ci disegni su misura, come un sarto, un allenamento che tenga il contorno di tutti i fattori sopra descritti.
Il Trainer deve avere competenza in tante materie, in primis la preparazione atletica, ma avere una conoscenza più ampia gli permetterà di capire se ci sono problemi di alimentazione, psicologici etc. In questo modo il trainer potrà indirizzare l'atleta dal professionista di riferimento, il quale potrà colloquiare con il trainer utilizzando la terminologia adatta e si capiranno.
Se il trainer vede che l'atleta non svolge le sessioni di allenamento con i risultati sperati potrà verificare quale sia il problema. Magari l'atleta si messo in testa di fare una dieta dimagrante fai da te e non ha le energie sufficienti per allenarsi bene. Ecco che se il trainer si accorge può, in accordo con l'atleta, indirizzarlo verso un professionista della nutrizione sportiva. Stessa cosa se dovesse aver bisogno di una consulenza di un mental coach. Oppure se c'è un piccolo problema fisico e c'è bisogno di un massaggiatore o un fisioterapista.
Per questo motivo allenatori, medici dello sport ed altri specialisti, fisioterapisti, psicologi, fisiologi, ecc. hanno e possono collaborare per cercare di delineare un quadro completo di tutte le variabili che influenzano l'esito di un allenamento sia esso finalizzato al raggiungimento di una prestazione o mantenimento e miglioramento delle condizioni di salute e quindi della qualità della vita. Perché una collaborazione sia proficua è indispensabile che tutti questi professionisti comunichino tra loro con lo stesso linguaggio, che altro non può essere se non quello scientifico. Occorre in pratica scambiarsi opinioni ma anche fatti e numeri che in quest'ambito un minimo di conoscenze statistiche può aiutare.
L'approccio classico: Prove ed errori
In pratica l'allenatore sperimenta e dai suoi errori impara. I problemi di un approccio specifico di questo tipo sono ovviamente gli errori e il tempo.
Gli errori vengono fatti a spese degli atleti. Questi errori possono rallentare o impedire il progresso della preparazione e quindi non garantiscono buone prestazioni o peggio non elevare le potenzialità dell'atleta, sperando anzi, di non aver procurato guai fisici.
Questi errori per essere corretti necessitano di tempo, con il risultato che l'atleta, che sta preparando un evento particolare, avrà perso tempo prezioso con il rischio di compromettere prestazioni e raggiungimento di obiettivi.
Avere un approccio scientifico non eliminerà completamente gli errori, questi ci possono sempre essere, ma sicuramente permetterà di ridurre i tempi per trovare la giusta strada da percorrere. Tutto a beneficio dell'atleta.
Una buona conoscenza della letteratura e la capacità di reperire informazioni scientifiche può essere utile nel verificare se un certo tipo di intervento non è già stato tentato e sperimentato.
La mancanza di basi scientifiche nell'allenamento lascia spazio ad un fenomeno molto frequente ovvero il caso. Il caso ci permette di ottenere grandi vittorie ma anche grandi delusioni.
Diversi programmi di allenamento sono così articolati e complessi che difficilmente si può capire cosa sta funzionando e cosa no, soprattutto se non vengono realizzati calcoli scientifici. Se il trainer ha allenato l'atleta a caso ottenendo risultati (può capitare) , il trainer tenderà a riproporre la stessa programmazione fino ad un fallimento quasi sicuro. Senza capire però cosa non ha funzionato e non sapendo quale strada alternativa percorrere. Se poi l'atleta ha delle doti particolari, che riescono a farlo emergere o vincere, anche se non allenato, non si saprà mai quale sarà la sua massima potenzialità.
L'approccio scientifico
L'approccio scientifico o EB oltre ad una mente critica richiede metodologie ben definite.
Sarà complesso interpretare i risultati delle ricerche e di ciò che si ottiene con un atleta.
E 'ovvio che per poter agire in questo modo è necessario ed essenziale possedere delle solide basi culturali. Il consolidamento, o meglio, l'allargamento di queste basi richiede un continuo aggiornamento. Fortunatamente al giorno d'oggi con internet il passaggio di informazioni è reso estremamente veloce, ma bisogna saper cogliere le informazioni corrette e soprattutto proporle agli atleti in modo proficuo.
Interpretare gli studi è il punto cruciale di un approccio scientifico. Non sarà possibile interpretare nello stesso modo una pubblicazione, ma per lo meno, occorre fare molta attenzione nel farlo ed evitare sbagli, secondo una visione parziale della letteratura. Per giudicare uno studio è necessario valutare la rivista di pubblicazione o l'autore. Purtroppo non tutte le riviste sono uguali in termini di validità dei metodi e delle conclusioni riportate.
La metodologia dell'allenamento non deve essere una fede, ma un'insieme di informazioni collegate su basi scientifiche.
Anche l'allenamento con EB da spazio all'intuito e alla bravura dell'allenatore, se sarà in grado di trovare il percorso più efficace per il proprio atleta.
Come si fa a trasformare gli studi scientifici sul campo? Con l'esperienza.
In uno “studio di formazione” non possono essere inclusi tutti gli strumenti, ad esempio, tutti i mezzi usati dagli allenatori.
Lo studio sperimentale tende ad analizzare la singola situazione senza tener conto di molti altri fattori.
Come dicevo all'inizio se l'atleta conduce una vita frenetica e la sera quando si allena è stanco o peggio la notte prima non ha dormito, non posso pensare di proporgli un allenamento ad alto impatto, perchè non lo porterà mai a termine o peggio se ci riuscirà potrei rischiare di portarlo in sovrallenamento.
In questo modo il protocollo di un determinato studio non dovrà essere sottoposto all'atleta, ma magari consigliare il riposo o un attività con intensità minore.
Altresì è imprescindibile che svolgere una sequenza di allenamenti ricavati da evidenze scientifiche sottoposti ad atleti riposati e recettivi porterà i benefici e gli adattamenti che la ricerca ha dimostrato.
Spesso il campo ha dato dei risultati che poi la scienza solo in un secondo momento ha potuto confermare. In altri casi la scienza ha cercato di verificare le opinioni di alcuni allenatori sconfessandoli e dimostrando che le credenze diffuse sul campo erano solo coincidenze o interpretazioni errate di un fenomeno
L'atteggiamento avverso nei confronti della scienza e della ricerca che a volte si nota da parte dell'allenatore è un comportamento che non porta verso la crescita culturale e professionale ma tende a chiudere la categoria alle innovazioni e al confronto.
L'esperienza è un bagaglio enorme che l'approccio scientifico non potrà mai colmare, ma al limite indirizzare. Un atteggiamento anche in questo caso sbagliato ma diffuso è l'uso dell'esperienza per mascherare le carenze culturali o la non conoscenza dei motivi alla base di un proprio programma di allenamento, magari nascondendosi anche dietro i risultati positivi di un proprio atleta.
L'esperienza deve aiutare lo scienziato ad indirizzare le ricerche. Solo un lavoro in simbiosi tra ricerca ed esperienza può portare benefici all'atleta.
Con questo articolo voglio solo sensibilizzare gli allenatori nei confronti dell'atleta che in ugual misura sceglierà il proprio allenatore in base alle conoscenze e ai supporti di cui dispone.
Evidence Based è il presente ed il futuro dell'allenamento vincente. La collaborazione tra allenatore con esperienza che utilizza metodi scientifici, che si avvale di collaboratori per la nutrizione, la fisioterapia, il mental coaching è in grado di dare all'atleta tutti gli strumenti per performare al meglio.